My Story

Insegnante Eryt 500;

Diploma presso la scuola quinquennale EFOA di Roma;

Laboratori e seminari in India negli anni dal 2000 al 2018;

Insegnamento presso centri yoga e personal training in barca in varie location nel mondo.

Per saperne di più…

Ha iniziato a praticare yoga giovanissima. Ha conseguito il diploma negli anni in cui di yoga si parlava poco, si studiava duramente per cinque anni per ottenerlo e la materia era considerata una disciplina d’élite. I successivi viaggi di approfondimento sullo yoga, l’Ayurveda e le tecniche olistiche e naturopatiche la portano presto in India, in Thailandia e in vari paesi dell’ oriente. Il percorso di studio
continua tutt’ora con passione, tiene corsi, seminari e collabora attivamente in varie strutture, in Italia e all’estero.

Ho iniziato ad interessarmi allo Yoga che ero ancora giovanissima. Non so spiegare perché l’India abbia avuto, sin da subito, un’attrattiva così forte per me.

Avevo forse 14 anni, lo yoga non era di moda e non esistevano ancora palestre e tantomeno centri, ma il forte eco che ebbe la vicenda dei Beatles alla corte di Maharishi in Rishikesh mi faceva già sognare e curiosare su mistici e maestri, testi sacri e affascinanti divinità.

I tratti del mio segno zodiacale (Pesci con luna in Pesci, impregnato di misticismo e spiritualità) si erano già manifestati ed io, tenera cucciola, leggevo insieme ai romanzi dei beatnick di allora, quali Kerouak e Barroughs, anche i santi libri degli illuminati di sempre.

Le prime televisioni private nate in quel periodo, parlo degli anni ’70, mandavano in onda dei corsi tenuti da un maestro che con atteggiamento ieratico mostrava facili posizioni. È stato il mio primo guru “virtuale” e il suo aspetto mi ha ricordato nel tempo quello di un mio caro amico diventato anche lui un bravissimo maestro di yoga.

A 17 anni finalmente aprì nella mia città la prima palestra che ospitava i pochi pionieri volenterosi nello sperimentare questa strana arte ancora sconosciuta ai più. La frequentai con grande entusiasmo per qualche tempo.

La mia figlioletta era già nata (siamo nate insieme!) ed assisteva alle mie acrobazie senza stupirsi troppo nel trovarmi a testa in giù o attorcigliata in qualche strana torsione. Quando veniva a cercarmi per i suoi giochi o le sue pappe provava ad imitarmi facendo diventare la seria pratica meditativa un gioco divertente per entrambe.

Purtroppo, nel tempo la mia costanza non ha avuto un grande successo, ma il semino era stato piantato. La pratica non fu mai abbandonata completamente, ma venne soppiantata da quelle che divennero le mie passioni di allora (ed erano tante, dato il mio temperamento curioso ed eclettico). 

Ripresi qualche anno più tardi con alacrità e costanza durante il mio primo viaggio importante in Oriente: la bellissima isola di Sri Lanka dove, con il mio marito di allora, eravamo andati per trascorrere qualche mese alla ricerca di opportunità lavorative.

Lo yoga divenne la mia pratica quotidiana. Il maestro Swami Devananda aveva già la sua veneranda età e il suo yoga era molto meditativo, quasi noioso secondo i canoni delle moderne scuole che invec si mostravano così attive e ginniche.

Inutile dire che da quel momento, seppur non quotidianamente, una volta rientrata alla base lo yoga divenne la mia strada maestra, pur continuando a coltivare tutte le altre passioni.

A 26 anni un gruppo di yogi e yoghini in erba, appartenenti alla scuola Ananda Marga, mi coinvolse in modo importante dando inizio ad una Sadhana piuttosto rigida.

La pratica dello yoga nel tempo si sarebbe rivelata come la più lunga esperienza della mia incostante vita costellata da tante passioni, tutte più o meno lunghe ma prima o poi abbandonate e dimenticate.

Frequentai la scuola per insegnanti a Roma con grande determinazione, alternando i viaggi in India negli Ashram per lo Yoga (Shivananda, Maharishi) e l’Ayurveda, I cui principi sono il compendio fondamentale .

Posso definire meravigliosi i ricordi dei primi viaggi nei luoghi sacri dello yoga e della spiritualità: Rishikesh, Varanasi e tanti altri.

Luoghi agognati e sognati nell’adolescenza ma sempre rimandati in attesa delle congiunture positive che non si erano fino ad allora manifestate.

Iniziai ad insegnare nella mia città (Sassari) nel ’94 ; quell’inverno ricordo di aver cambiato tre palestre alla ricerca del rifugio perfetto, il quale però non arrivava mai.

Più tardi capii che probabilmente la cittadina d’origine non era il posto adatto dove avrei potuto coltivare e realizzare il mio sogno, il quale prevedeva comunque viaggi e spostamenti e non una sedentaria attività che non poteva darmi quello al quale profondamente anelavo.

Il mio “vero” lavoro di designer richiedeva sempre più tempo e concentrazione e la pratica divenne di nuovo la mia espressione solitaria. Finii la scuola e decisi di trasferirmi a Londra, citta’ vitale e come sempre rifugio per chi, vuoi per la lingua o per espandere i propri orizzonti, vuole un profondo cambiamento nella propria vita.

Alternai il mio lavoro di stilista all’insegnamento dello Yoga che mi venne offerto per una serie di coincidenze fortunate. La mia fu un’autentica sfida: insegnare in lingua inglese ad inglesi; non fu facile ma il mio entusiasmo nel farlo mi fece superare tutte le difficoltà e per un po’ di tempo fui felice di questa fantastica quanto nuova esperienza.

Frequentai templi e palestre e mi sentivo appagata.

Col passare del tempo, però, il ritmo sostenuto della grande città e gli impegni di lavoro che diventavano sempre più pressanti e faticosi, mi fecero prendere la decisione di lasciare Londra e di iniziare la mia carriera di “nomade” in giro per il mondo.

Comprai il biglietto per un viaggio che durò un anno, scelsi Paesi intrisi di forte spiritualità partendo dall’ India e dal Nepal e toccai quasi tutti i continenti del globo.

Che meravigiosa esperienza!

Lavorai duro e finalmente fui pronta per godere di tutti quei posti che avevo solo sognato e che stavano per diventare realtà.

Seguendo il mio Sentiero dello Yoga insegnai e studiai un po’ ovunque.

Alternavo l’apprendimento e l’approfondimento di nuove tecniche, l’Ayurveda e i massaggi con le lezioni e I trattamenti da me offerti ovunque io fossi: una forma di Karma yoga che mi fece vivere esperienze straordinarie in Nepal, in India, in Australia e a Bali, ovunque trovassi persone interessate a seguire la pratica insieme a me.

Alla fine dell’ intensissimo viaggio ritornai in Patria e espansi il mio interesse alla Naturopatia, all’alimentazione e ai trattamenti olistici in generale. Insieme ad altri amici appassionati come me delle preziose discipline alternative, demmo vita a Mama Terra, un’associazione culturale che dopo qualche anno diventò una autentica Scuola di Naturopatia certificata e riconosciuta legalmente, un punto di riferimento importante per le nuove leve che si affacciavano al meraviglioso mondo delle discipline naturali.

La missione dell’Associazione era (ed è) quella di diffondere la conoscenza di tutte le tecniche di massaggio, l’Erboristeria, la Medicina naturale, l’Ayurveda, lo Yoga e tutto ciò che aveva a che fare con la salute e il benessere in senso globale.

Nel frattempo il fenomeno yoga si era diffuso in modo insperato, mietendo “vittime “ in tutto il mondo. Il numero dei seguaci cresceva a livello esponenziale, ovunque nascevano comunità e centri in venivano proposti stili diversi per tutti i gusti ed esigenze, dai più dinamici a quelli lenti ed introspettivi.

Le vacanze yoga divennero un ottimo modo per conoscere la preziosa disciplina e applicarla nella vita quotidiana per permetterci di staccare la spina, di rilassarsi e concederci pause essenziali dall’impegno spesso caotico dei nostri giorni.

Il racconto della mia storia fè giunto al termine, ma il mio viaggio continua tuttora, tra ritorni in patria e nuove “fughe”. Mi aspettava tutta la parte a me sconosciuta dell’indocina .

In questa fase della mia vita alterno momenti di insegnamento e di studio e per mantenere questo equilibrio ho trascorso 4 mesi in India, andando ancora più a fondo nello studio e pratica dello Yoga terapeutico e nei trattamenti Ayurvedici, nel Kerala, visitando luoghi santi e Ashram in Tamil Nadu e Rajastan.

Amo l’India e la considero da sempre la mia seconda patria, perché quando sono lì mi sento a casa.

In questo momento mi trovo in Cambogia e ovunque io sia cerco di trainare gli altri verso una vita attiva e consapevole con la mia energia e il grande, incontaminato, entusiasmo.

Voglio di piantare un semino che nel tempo diventi un robusto e agile albero.

Questa è la mia missione, in attesa che la famosa “Sindrome di Wanderlast” mi dia un attimo di tregua e che l’etàche avanza mi faccia diventare di nuovo stanziale.

Vi aspetterò nel mio bellissimo spazio verde ancora virtuale, ma che secondo la realtà quantica è già nell’aria. È solo una questione di tempo!

Vi accoglierò con amore yoghi e yoghini, probabilmente nella mia meravigliosa Sardegna, per godere insieme delle fantastiche meraviglie di questo mondo autentico, a contatto con tutto il bello che la vita ci potrà regalare con sempre maggiore generosità.

Om nama shivaja!

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