Jet lag

Quando si fanno lunghi viaggi, soprattutto in aereo, si può soffrire di jet-lag (o disritmia), con disorientamento e fatica a causa del cambiamento del ritmo sonno/veglia regolato dalla ghiandola pineale, che secerne la melatonina, al massimo col buio, al minimo con la luce.

Nello yoga ogni asana produce effetti benefici anche sul sistema endocrino; grazie alle tecniche di respirazione e rilassamento possiamo intervenire e aiutare il lavoro di regolazione della ghiandola pineale.

Una ghiandola molto speciale

Chiamata anche epifisi, la pineale è una ghiandola molto piccola (5 cm) simile a una pigna (da cui il nome), situata nel cervello. Regola l’azione della luce sul corpo e secerne melatonina, un ormone che controlla la sonnolenza e la veglia. La ghiandola pineale inibisce anche l’immediata trasformazione dei pensieri in azioni, così che ponderiamo le reazioni: tale introversione è indispensabile per l’auto-realizzazione, poiché sposta l’attenzione dal mondo esteriore a quello interiore. Non a caso i testi yogici indiani e le tradizioni mistiche di tutti i tempi hanno parlato di “occhio dell’intuizione” e di “terzo occhio” riferendosi alla ghiandola pineale.

Come lo yoga ci aiuta a vincere il jet-lag

Giacché, come abbiamo visto, la ghiandola pineale è coinvolta nei disturbi collegati al jet-lag, possiamo aiutarla con yoga, meditazione e canto: mantenendo la pineale attiva, essa ci aiuta a ottenere un buon sonno. Con le posizioni yoga, l’energia che scorre influisce positivamente sulla salute e sull’equilibrio delle ghiandole.

Il controllo del respiro può notevolmente aumentare l’attività e le funzioni della ghiandola pineale. Il suono e i mantra hanno un potente effetto positivo su tutte le ghiandole.

Anticipare il jet-lag: una sequenza yoga pre-partenza

Due o tre giorni prima di partire, praticare sempre la prima – savasana – più qualcuna delle altre posizioni (o anche tutte). Una volta a destinazione, si possono praticare queste posizioni anche ogni giorno, in special modo prima di ripartire.

  1. Savasana: sdraiati a pancia in su una superficie rigida, gambe divaricate, piedi lasciati cadere all’infuori, braccia discoste dal corpo, palmi delle mani verso l’alto, occhi chiusi o socchiusi. Percorri mentalmente il corpo, pensando, ad ogni espirazione: “Rilasso i piedi”, “Rilasso le gambe”, “Rilasso le cosce” eccetera, per tutto il corpo, più o meno dettagliatamente, secondo il tempo che hai; se ti addormenti non importa.
  2. Pavana-muktasana: supino, abbraccia le gambe al petto e resta, respirando, immobile (o, tenendole unite, dondola le gambe a destra (testa a sinistra) e a sinistra (testa a destra) un po’ di volte.
  3. Janu-Sirsasana: seduto a gambe ben divaricate; piega una delle gambe e avvicina il piede al bacino, abbassando il ginocchio verso il pavimento; ruota il busto verso la gamba distesa e scendi, appoggiando le mani sul ginocchio e abbandonando il capo e il collo. Resta 4-7 respiri, torna e ripeti per lo stesso tempo dall’altro lato
  4. Pascimottonasana: seduto a gambe unite, allunga il busto verso l’alto portando le braccia alla verticale quindi scendi in avanti col busto, abbandonando le braccia ai lati delle gambe e il capo in avanti. Resta 3-5 respiri, torna, riposa e ripeti altre 2 volte, aumentando ogni volta di 1 respiro
  5. Baddha-Konasana: seduto, gambe piegate e piante dei piedi uniti, ginocchia larghe, mani sulle caviglie o a tenere i piedi, fletti in avanti il busto, espirando. Resta 3-5 respiri, torna, riposa e ripeti ancora 2 volte
  6. Balasana: in ginocchio, talloni aperti, ginocchia unite; scendi in avanti col busto, fino a portare la fronte sul pavimento; le braccia sono abbandonate all’indietro, dorsi delle mani sul pavimento, vicini ai piedi

Riequilibrare il sonno

Gli effetti del jet-lag sono aggravati dal dormire troppo o troppo poco in aereo, o anche nel momento sbagliato rispetto all’ora di destinazione. Per questo dopo un lungo viaggio capita a volte di svegliarsi nel cuore della notte, e l’alba è ancora molto lontana!

Ecco alcuni consigli per addormentarsi serenamente anche a tanti fusi orari di distanza:

Rallenta. Prima di andare a letto, cammina lento, ferma l’attività mentale: scrivi ciò che devi fare il giorno dopo e lascia la lista in un’altra stanza; massaggia i piedi, spazzola i capelli.

Prima di andare a letto siedi tranquillamente, e respira a lungo e profondamente dalla narice sinistra, chiudendo la destra. Le 2 narici portano energie diverse: la destra vitalizzante (respirare a destra aumenta la pressione sanguigna); la sinistra calmante (respirare solo con la narice sinistra abbassa la pressione e calma la mente, è utile anche per gli attacchi di panico).

Appoggia la testa sul lato destro. A occhi chiusi, coricati con la testa appoggiata sulla destra, così la narice sinistra si apre automaticamente; dirigi lo sguardo al centro tra le sopracciglia, respirando lentamente e osservando solo la pancia che si gonfia e si sgonfia. Continua così finché non ti addormenti.

Ripeti mentalmente So Ham: continuamente, concentrato sul respiro, liberando la mente da tutto il resto… solo il mantra e il tuo respiro. Se non ti addormenti subito non demorder… continua…

Un aiuto dal cibo

Infine, anche alcuni piccoli accorgimenti di alimentazione possono aiutarci a far fronte al jet-lag.

Nel giorno di partenza consuma pasti leggeri

No a tè, caffè e alcolici, prima e durante il volo; bevi molta acqua.

Se una volta arrivato il problema è l’insonnia, a cena prediligi carboidrati e zuccheri, che agevolano il sonno.

Il digiuno può aiutare a superare il jet-lag reimpostando il ritmo circadiano del corpo: non mangiare 24 o più ore prima dell’arrivo contribuisce a sentirsi meno stanchi a destinazione.

LIFE – I Segreti della Ghiandola Pineale

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