Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo Ippocrate.

Quando ci si avvicina alla pratica dello yoga si rimane spesso affascinati dallo stile di vita e dal tipo di alimentazione basata su alimenti naturali. Perché chi fa yoga è propenso a mangiare “bene”? Ci abbiamo mai pensato? Fare yoga è anche essere yoga, quindi sentirsi parte di un intero universo ed essere consapevole che ogni azione si ripercuote sul benessere di ogni creatura. Essere yoga vuol dire praticare la non violenza verso di sé e verso gli altri, nutrirsi di cibo buono e naturale che rinnova l’energia del corpo e della mente. In passato, la dieta yogica veniva chiamata phala mula (la dieta della frutta e radici) costituita da tuberi, fagioli, cereali, noci, frutta, verdura a foglia larga. Ogni cosa proveniva spontaneamente dalla terra e donava la sua energia all’essere umano.
In questo articolo avremo la possibilità di esplorare il mondo dell’alimentazione yogica con equilibrio, conoscendo i vari effetti dei cibi sul nostro corpo e scegliendo consapevolmente di cosa nutrirci.

L’alimentazione yogica e i Tre Guna

Si ha equilibrio quando su una bilancia sono distribuiti pesi in uguale misura da un lato e dall’altro. Nell’alimentazione yogica questa condizione è espressa dalla presenza dei Tre Guna: sattva, rajas e tamas.
Queste qualità sono presenti in ognuno di noi oltre che nel cibo che mangiamo e per questo possono essere enfatizzate o ridotte in base al consumo di determinati cibi. Data la natura mutevole dell’essere umano, anche i guna sono in continuo cambiamento ed è possibile che uno dei tre predomini sugli altri in un certo periodo della vita. Vediamo le qualità di ogni Guna:

Sattva è purezza, armonia, equilibrio della creazione. Il cibo sattvico è fresco e genuino, cresce in armonia con la natura senza bisogno di prodotti chimici aggiunti. Per questo motivo, il cibo sattvico è consumato crudo o appena sbollentato per godere pienamente dei suoi benefici (il cibo crudo contiene energia vitale – prana – in massima quantità e pulisce i canali nervosi – nadi – in modo ottimale. Consumare cibo sattvico vuol dire mantenere una mente sana e reattiva oltre che una salute rigogliosa. Frutta, verdura, cereali, legumi, noci, farine integrali, semi e miele sono considerati cibi sattivici.

Rajas
In natura è presente sin dalle origini una forza che disturba l’equilibrio e introduce il caos. La qualità Rajas si presenta sotto forma di cambiamenti e alterazioni, squilibri e instabilità emotive. Desiderio, attrazione, sbalzi d’umore, ansia, agitazione sono tutte qualità enfatizzate dal cibo rajasico. Questo tipo di cibo si presenta amaro, caldo, acido e salato e nutre il corpo tralasciando il benessere spirituale della mente. Quando il cibo rajasico è predominante nell’alimentazione, la persona sarà agitata e inquieta. Le spezie piccanti, caffè, tè nero, pesce, uova, sale e cioccolato sono considerati cibi prettamente rajasici.

Tamas
Così come esiste in natura una qualità attiva e caotica, esiste anche una parte passiva e oscura. Questo è il Tamas: resistente al cambiamento, insensibile, privo di emozioni contrastanti. Chi è dominato da qualità tamasiche è spesso incline a depressione, apatia e manca di curiosità verso il mondo. Il cibo tamasico non nutre nè il corpo nè la mente. Abbassa le difese immunitarie e la capacità di auto guarigione oltre che risvegliare rabbia e avidità. I cibi tamasici sono: carne, cipolla, aglio, cibo inscatolato e fermentato, cibo industriale, alcol.

Ogni parte dell’universo è caratterizzata da un Guna così come ogni tipo di azione dell’essere umano. Per una condizione ottimale di salute sarà bene nutrirsi per la maggior parte di cibo sattvico in modo da risvegliare la parte sattivica del nostro spirito. Il praticante yoga che si nutre di questo cibo, riducendo il rajas e tamas, si accorge degli innumerevoli benefici a livello della pratica fisica e del pranayama (respirazione consapevole).

E’ importante puntualizzare che la sana alimentazione dovrebbe essere una scelta e non un dovere. Questo vuol dire che mangiare cibi naturali e puliti dovrebbe essere un bisogno che il nostro corpo ci comunica e non un imposizione partita dall’esterno. La giusta misura è il principio di ogni cambiamento duraturo: se vogliamo abituarci a questo nuovo stile di vita, non eliminiamo drasticamente i cibi rajasici e tamasici. Diamo il tempo al corpo di abituarsi lentamente alla loro assenza dando spazio a cibi decisamente più vitali e freschi durante la routine di ogni giorno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *