Mandawa

Arrivo a Mandawa , a circa ……di distanza da Jaipur, dopo un lungo e stancante viaggio in bus. In India e’ sicura solo l ‘ora della partenza , perche’ l’arrivo e’ legato ad un’interminabile numero di varianti che allungano le soste, diminuiscono la velocita’ e rendono il percorso imprevedibile …. ecco perche’ questo e’ il posto migliore al mondo dove imparare la pazienza e la tolleranza e cambiare definitivamente la propria personale attittudine , se non si vuole incorrere in momenti di fastidiosa intolleranza che non portano a niente. La zona di Setawathi e’ composta da tanti piccoli paesini e cittadine dove si respira l’aria antica legata all’opulenza e splendore dell’ India ai tempi della “Via della seta”. Mandawa, Fatehpur city , Churu , sono costellate dai resti di antiche haveli, grandi case con una struttura architettonica particolare: le stanze sono costruite attorno a una corte centrale e il resto si sviluppa attorno ad essa.

Ogni stanza e’ decorate con meravigliose …… Le bellissime costruzioni sono ormai vecchie e la maggior parte di loro sono state distrutte dal tempo e dall’incuria dei cittadini, ma potrei aggiungere dalla poverta’.

Quelle che ancora resistono sono diventate dei bellissimi hotel, curati e restaurati. Mantengono sulle pareti i bellissimi affreschi che rappresentano scene di comune vita quotidiana, di caccia,di personaggi importanti come maharaja o semplicemente disegni geometrici e floreali.

I gestori sono felici di darmi tutte le informazioni , si perdono nei racconti di generazioni precedenti , di ricchissimi mercanti che facevano a gara tra di loro per avere l’abitazione piu’ bella e piu’ lussuosa per mostrare la loro potenza economica e sociale.

Io ascolto con entusiasmo …i loro ricordi mi fanno perdere il contatto con la realta’, torno indietro nel tempo a quella che doveva essere la vita Indiana di allora, tempo in cui l’India era uno dei paesi piu ricchi e opulenti del globo, punto di riferimento per il commercio di seta e oppio.

Vedo i mercati pullulare di persone ben vestite, banchi di merci preziose, tessuti pregiati, gioielli e incensi…mi sembra di entrare in un film dove l’immaginazione si mischia alla realta’.

Uno dei piu’ vecchi palazzi di Mandawa , diventato ora un monumento da visitare per i turisti , e’ gestito da due simpatici vecchietti indiani. Le pareti e le volte sono decorate con dei bellissimi affreschi dipinti con foglie d’oro e colori vivissimi che ancora resistono al tempo, nonostante la mancanza di veri e propri restauri , data la poverta’ dei vecchi proprietari.

La bellezza dei disegni e’ tale che mi sento vittima di una sorta di “ sindrome di Stendhal “ mentre guardo rapita le volte , le fitte decorazioni non lasciano nemmeno un millimetro vuoto e apprezzo la genialita’ degli artisti di allora.

Si respira ovunque questa aria antica e vedere questi straordinari edifici cosi decadenti mi rende triste. La distruzione senza speranza mi fa pensare ad uno scenario di guerra, a territori come l’Afganistan o il Pakistan. Le mura cadute non vengono piu’ ricostruite, insieme alle macerie delle case si trovano vecchie porte o finestre finemente intarsiate abbandonate tra le rovine ….niente resta dell’antico splendore. Lascio il Sethawati con un po’ di nostalgia, mi sembra di non aver assorbito abbastanza della meravigliosa cultura Rajastana, di cui la gentilezza delle persone e’ la piu’ genuina manifestazione. Mi rassereno al pensiero che la mia prossima meta sara’ Jodhpur, altra meravigliosa destinazione…

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