10 Ottobre: Aereo.
L’odore improvviso di pollo arrosto mi riporta immediatamente alla realtà, mi risveglia dallo stato di sonnambulismo nel quale ero precipitata durante i rituali controlli aerei e le formalità varie; sono molto stanca, non mangio da qualche ora e l’attesa sull’aereo diventa troppo lunga per essere normale.
Mi immagino un fumante arrosto con contorno di patate che evoca nella mia memoria ancestrale l’immagine di qualcosa di mangereccio.
Sono perplessa: nei viaggi verso l’india non è prevista nessuna pietanza occidentale, ma solo cibi iper piccanti e speziati che sono solo un anticipo di ciò che troverò dappertutto una volta atterrata nel continente.
Avevo già un po’ paura delle spezie indiane usate in modo eccessivo e nel volo con la Kuwait sicuramente avrei trovato qualche “bombetta inesplosa“ sotto forma di Aloo gobi o Pakora super piccante.
Nonostante il mio viscerale amore per l’India, a volte ho qualche piccolo problema con alcune delle loro preziose spezie locali.
Ritorno presente e capisco che il profumo non proveniva dal forno della cucina dell’aereo, ma da una delle ali, dove pare fosse andato a rintanarsi un povero volatile kamikaze che, da solo, era riuscito a causare un danno importante.
Dopo qualche interminabile minuto arriva la poco rassicurante notizia che l’aereo non sarebbe partito, per cui saremmo dovuti scendere e avremmo preso il volo successivo.
Ciò significa che saremmo arrivati a Delhi per cui al nord, e non a Trivandrum nel sud dell’india… stavo vivendo un dirottamento in piena regola!
Secondo i loro piani avremmo passato l’intera giornata in aeroporto, per ripartire alla volta del Kerala la sera alle 21.30 (erano appena le 13,30 del giorno precedente).
Sarei arrivata con un “semplice” ritardo di 30 ore, un ottimo inizio per iniziare un viaggio verso la terra che più di ogni altra mette a dura prova la pazienza, la flessibilità e il sorriso.
Costernazione e sgomento assoluto!
Nella mia mente già si affacciava una meravigliosa visione mattuttina dell’oceano dove sarei dovuta essere l’indomani e invece, come nel peggiore degli incubi di ogni viaggiatore, l’imprevisto prendeva il sopravvento e tutto andava per aria!
Anche questo è il fascino del viaggio, per cui decido di affrontarlo nel migliore dei modi.
Arrivo a Delhi in uno stato di sfinimento totale, sono sconfortata all’idea di vagare senza meta per tutte quelle ore ma ricevo immediatamente una splendida notizia: scopro di aver diritto ad una camera nell’hotel 4 stelle dell’aeroporto per l’intera giornata.
Giubilo, felicità e ringraziamenti per la fantastica compagnia aerea, una volta tanto la fortuna mi accompagna!!
Ho già visualizzato il sonno ristoratore e pregusto una fantastica colazione al mio risveglio. Un’ottimo inizio, nonostante tutto! Mi godo la meravigliosa doccia calda, dedico tutto il tempo necessario alle mie pratiche spirituali e trovo un ristorante molto carino dove consumare un gustoso pranzo indiano.
Vago placidamente per l’aeroporto già così conosciuto e quindi un po’ noioso: l’avevo lasciato ad Agosto, ripromettendomi di rivederlo molto presto. Sento già il “profumo“ dell’India nell’aria: donne in Sari, decorate con preziosi gioielli, oppure velate e vestite di nero.
In mezzo ai soliti negozi anonimi c’è un bellissimo bazaar che mi aveva ispirato a suo tempo per il mio lavoro di design: esposti in maniera intrigante, si trovano articoli di artigianato di classe provenienti da tutta l’India, cari e raffinati.
Dall’interno arriva una musica che pensavo fosse prodotta da un cd; in realtà ci sono dei veri musicisti che suonano autentici strumenti antichi sullo stile dei Raga indiani. Sitar, tablas e voci melodiose producono una musica struggente, dedicata alle amate divinità, evocante antiche gesta epiche o scene di reale vita quotidiana. Rabbrividisco di piacere.
Queste note sono cibo per la mia anima! Mi preparo alla partenza rassicurata da queste coccole iniziali e questa volta mantengo chiara nella mente l’immagine della bellissima spiaggia che avrei rivisto quella stessa notte dopo tanti anni .