L’arrivo a Jodhpur e’ stato “fulminante “ nel vero senso della parola. Il treno fortemente in ritardo mi fa arrivare che e’ decisamente notte. E’ inverno in Rajastan, ma gli indiani sembrano convinti di abitare in un paradiso tropicale . Il freddo intenso e penetrante delle ore notturne e’ traumatico, c’e’ un’escursione di circa 20 gradi tra il giorno e la note. Arrivo nella cittadina distrutta dalla stanchezza e non riesco a dormire. La meditazione mi rimette un po’ in equilibrio, ma la temperatura polare mi crea un grande disagio. Finalmente cedo e mi risveglio nonostante tutto molto, troppo presto e non tanto positiva devo ammettere…… ogni tanto nel cammino della pazienza c’e’ una falla emotive da guarire ! Al mio risveglio pero’ trovo una meravigliosa sorpresa . Appena apro la finestra per guardare timidamente come e’ il tempo ,una luminosa imagine del Mehrangarh fort si staglia davanti ai miei occhi e questo basta per fare la pace con il posto che la notte prima mi era sembrato troppo freddo e ostile. Il possente monumento domina la vecchia citta’ che con le sue case dipinte di blu e’ gia’ di per se uno spettacolo. Questo basta per frami cambiare umore, e dopo la mia solita pratica quotidiana , particolarmente intense per vincere I brividi di freddo, mi accingo a visitarlo. Jodhpur non fa eccezione alle grandi citta’ indiane, vengo invasa ancora una volta dall’assordante “rumore” dei clacson mentre lentamente l’atmosfera si scalda fino a